Mi è sembrata sempre una parola difficile, difficile da pronunciare e difficile da vivere.
Si perché non la senti dire tutti i giorni, al mercato, o in coda in posta per pagare qualcosa.
Eppure ti assicuro che tutti, ma proprio tutti tutti, hanno tatuato la parola resilienza sul proprio corpo, forse non in china ma con cicatrici, nell’ anima e nel cuore.
Ma se dovessi spiegare a mia nonna che cosa vuol dire questa parola, da dove potrei iniziare, forse gli direi qualcosa tipo…
“nonna hai presente quando mi raccontavi della guerra, di quando eri piccola e dovevate raccogliere erbe selvatiche in campagna perché non c’era abbastanza da mangiare?
Ma che nonostante tutte le difficoltà e la fame di quei giorni, tu e le tue sorelle riuscivate a giocare lo stesso e il tuo papà in qualche modo e senza lavoro è riuscito a tenere la famiglia unita e a trovare sempre il necessario per vivere dignitosamente?
Nonna, tutto questo casino che hai affrontato tu e il tuo papà, oggi lo chiamiamo resilienza!”
D’accordo, in maniera un pochino più pomposa possiamo definirla come:
L ‘essere capaci di riprendersi dopo difficoltà, sia fisiche che psicologiche, ma anche di riuscire a riprendere in mano la propria vita nonostante gli eventi sembravano farci andare verso una situazione totalmente negativa.
Non so se hai mai sentito la frase :
“Ciò che non uccide, rinforza”
E’ del filosofo Friedrich Nietzsche.
Sono sincero, si è un po’ abusato di queste parole, non credo che ciò che non ci uccide automaticamente rinforzi qualcosa, magari siamo stati solo fortunati e questa non è realmente capacità di resistere alle difficoltà e reagire con cognizione di causa.
Le avversità ti rinforzano solo se sei capace di organizzarti senza farti sopraffare dai sentimenti negativi come il panico, la depressione o l’apatia.
Essere resilienti è proprio questo, tirare fuori risorse che nemmeno sospettavi di avere e usarle per reagire agli eventi potenzialmente negativi.
Ah... scusami, il termine in se è preso dall’ingegneria, dove si misura la resilienza dei materiali, ovvero la loro capacità di resistere a forze o urti in grado ad un certo punti di deformarli.
"Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L'audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora."
Goethe
Quando prima dicevo che tutti abbiamo tatuato questa parola dentro di noi, è perché è stato dimostrato in ambito scientifico che la resilienza è una caratteristica ereditaria, cioè l’abbiamo scritta nei geni.
Ma la grandezza della natura, ha voluto che se nella nostra vita siamo in grado di potenziare la resilienza, allora questa caratteristica rinforzata verrà passata geneticamente a chi viene dopo di noi.
Non è sorprendente ascoltare i racconti degli anziani? Vedere come sono arrivati fino a qui tra difficoltà che nemmeno lontanamente e aggiungiamo per fortuna, ci è toccato di vivere?
Ho un’amica il cui nonno è stato contadino nella provincia di Ferrara per tutta la vita, ha passato indenne ben due guerre mondiali.
E' riuscito a creare una famiglia numerosa e non è mai andato in pensione, ha continuato a coltivare la sua terra fino all’ultimo.
Eppure lo descrive come una persona sempre positiva e pronta a scrollarsi di dosso il passato per guardare avanti.
Sono sinonimi?
Per nulla, assolutamente no, questo è bene chiarirlo subito.
La forza di volontà consiste nel darsi degli obbiettivi e portarli a compimento, ne spiego i reali meccanismi nel corso Close.
Si può allenare? In parte, ma è un paradosso perchè se non si sa sufficiente resilienza non si è in grado di allenare la forza di volontà.
Posso sviluppare forza volitiva, ad esempio, se decido di svegliarmi di notte per praticare mezzora di meditazione.
Una persona che ha realmente volontà sia alzerà, non c’è sonno che tenga.
La resilienza invece è tutto quello che sei grado di mettere in gioco quando sei in difficoltà, nei momenti in cui la vita ti mette alla prova.
Immagina chi perde il lavoro e ha una famiglia da mantenere, dentro questa persona, se è resiliente, si accenderanno nuove lampadine e si moltiplicheranno le forze.
Per dar da mangiare alla sua famiglia, troverà nuove idee per guadagnare e non si lascerà andare alla disperazione.
Questo vuol dire essere resilienti!
La domanda che ti starai facendo ora è:
“come faccio a sapere se sarò resiliente in caso di necessità?”
Bene, gli psicologi hanno individuato alcune caratteristiche delle persone che hanno dimostrato fortemente di non cedere facilmente agli avvenimenti, eccole:
1. Se hai avuto una buona storia familiare, sei primogenito/a e i tuoi genitori ti hanno mostrato attenzione, coerenza e sostegno durante i primi anni di vita, sarà più facile per te sopportare circostanze avverse nella vita e saper reagire ad esse.
2. Mentre invece se ti sono mancate le più normali attenzioni che si dovrebbero ricevere nella tua infanzia e sei stato già sottoposto a situazioni di stress di ogni natura, allora sarà più difficile mettere in atto i meccanismi di reazione della resilienza.
Se non sei stato un individuo fortunato e ti ritrovi nella seconda categoria... è tutto perduto?
Certo che no!
Un buon allenamento? Praticare Sport di resistenza.
Ti consiglio i libri di Pietro Trabucchi, psicologo che si occupa di prestazioni sportive, in particolare discipline che implicano grande resistenza.
Per questo, gli eserciti di tutto il mondo, spendono fortune per allenare i propri soldati alla fatica fisica.
Non ti chiedo di arruolarti, tranquillo.
Quello sforzo in più che ti è richiesto, ad esempio, per arrivare alla fine di una gara impegnativa, sarà quello che ti aiuterà a resistere e a reagire quando qualche momento di difficoltà si presenterà alla porta delle tua vita.
Se dovessi fare un piccolo elenco delle qualità che aumentano la resilienza sarebbe il seguente:
Ottimismo: avere una visione del futuro positiva, di eventi che ci portano vantaggi e felicità
Autostima: credere nelle proprie possibilità e nella capacità di trovare soluzioni.
Resistenza psicologica: essere in grado di trasformare gli eventi in sfide da superare cogliendone l’opportunità per tirare fuori il meglio di noi.
Sostegno sociale: circondarsi di persone che ci ascoltano, disposte a condividere con noi il racconto del nostro disagio.
I doni della vita: saper vedere tutto ciò che già abbiamo e non solo quello che ci manca.
Decisività: ovvero prendersi un impegno con se stessi e portarlo fine alla fine, ne parlo con maggior chiarezza in Close.
Ora cerchiamo di essere sinceri senza perderci in boiate positiviste o consigli da oroscopo del giovedì.
Quando te ne capita una, vedere il lato buono della faccenda è quasi impossibile, si soffre troppo per essere razionali.
La sofferenza annebbia la mente.
E’ proprio in quel momento che la persona resiliente fa la differenza, ha la lucidità per dire “ho solo due scelte”:
continuare a piangere e non fare nulla oppure…
fare qualcosa, qualsiasi cosa che mi porta in posto comunque migliore di dove sono adesso.
L’unica reazione utile di fronte alle difficoltà, a volte piccole altre volte grandi come montagne, è rivoltare la sorte cercando ogni opportunità per portare tutto a tuo vantaggio.
Anzi, la cosa peggiore che puoi fare è negare il dolore, far finta che non sia successo nulla.
Al momento ti sembrerà di stare bene, poi però i nodi vengono al pettine è capisci che avresti dovuto reagire.
Bisogna un pò passarci in mezzo,abbracciare il dolore e reagire andando contro il naturale istinto che non vuole farci soffrire.
Ma se riesci nell’impresa e ti dimostri resiliente, in te accadrà una trasformazione, diventerai più forte e donerai forza alle persone che verranno dopo di te.
Se oggi sei una persona dotata di forte resilienza è perché chi ti ha preceduto ti ha fatto un regalo. Ricambia e agisci ora.
Mi auguro di esserti stato utile in qualche maniera con questo articolo e di averti dato qualche spunto di riflessione.
P.S. Se davvero è stato così, ti sono davvero grato se decidessi di condividere queste poche righe con i tuoi contatti usando i bottoni social qui sotto.
Grazie di cuore
Ivano
A presto!
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